Arte tradizionale africana
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Arte tradizionale africana
L'arte africana tradizionale, per una serie di ragioni storico culturali, viene identificata prevalentemente con la scultura dall'Africa Nera, cioè di quella parte del continente a sud del Sahara abitata fino ad alcuni decenni orsono da popoli privi di scrittura.
In via preliminare si deve liberare la mente dal luogo comune "arte africana uguale arte primitiva". Si tratta di un'equivalenza da respingere senza esitazioni.
L'aggettivo "primitivo", usato con una connotazione negativa, è un'eredità della cultura evoluzionistica che, per motivi non del tutto neutrali, aveva relegato alla base della piramide evolutiva della società gli africani abitanti a sud del Sahara, negandole ogni capacità creativa nel campo dell'arte.
La scultura è la forma d'arte figurativa più diffusa dell'Africa Sudsahariana. Il legno la materia più usata, anche perchè è la più facilmente disponibile; la tecnica impiegata è quella "per via di togliere" (secondo la dizione Michelangiolesca), attraverso un procedimento che non ammette errori. O, meglio, una sorta di lotta feroce, un attacco diretto al materiale, in vista di un risultato solo pensato perchè, a differenza degli scultori occidentali, almeno di epoca storica, gli artisti africani non eseguono disegni preparatori, nè abbozzi, rivelando a priori una capacità di visualizzazione prodigiosa dell'opera finita.
I modi figurativi della scultura tradizionale sono molteplici, a dispetto dei temi, prevalentemente legati alla religione ed al potere, che sono relativamente pochi: la figura umana maschile e/o femminile, l'antenato o la divinità tutelare e la maschera, sia di uno che di animale.
In via preliminare si deve liberare la mente dal luogo comune "arte africana uguale arte primitiva". Si tratta di un'equivalenza da respingere senza esitazioni.
L'aggettivo "primitivo", usato con una connotazione negativa, è un'eredità della cultura evoluzionistica che, per motivi non del tutto neutrali, aveva relegato alla base della piramide evolutiva della società gli africani abitanti a sud del Sahara, negandole ogni capacità creativa nel campo dell'arte.
La scultura è la forma d'arte figurativa più diffusa dell'Africa Sudsahariana. Il legno la materia più usata, anche perchè è la più facilmente disponibile; la tecnica impiegata è quella "per via di togliere" (secondo la dizione Michelangiolesca), attraverso un procedimento che non ammette errori. O, meglio, una sorta di lotta feroce, un attacco diretto al materiale, in vista di un risultato solo pensato perchè, a differenza degli scultori occidentali, almeno di epoca storica, gli artisti africani non eseguono disegni preparatori, nè abbozzi, rivelando a priori una capacità di visualizzazione prodigiosa dell'opera finita.
I modi figurativi della scultura tradizionale sono molteplici, a dispetto dei temi, prevalentemente legati alla religione ed al potere, che sono relativamente pochi: la figura umana maschile e/o femminile, l'antenato o la divinità tutelare e la maschera, sia di uno che di animale.
mostraci qualche cosa
Papa Chango... puoi anche postare qualche cosa in modo che guardando ci si renda conto di ciò che intendi...
hic- Administrator
- Numero di messaggi : 95
Data d'iscrizione : 12.01.08
La lucidità è una virtu...
La lucidità è una virtu... ovvero quello che gli europei non hanno mai voluto ammettere, Papa Chango, lo hai espresso in quattro parole. La lotta degli artisti africani si è sempre frantumata davanti a questa sorta di scoglio. Ho avuto delle serie difficoltà a sostenere questo argomento dieci anni fa, durante una conferenza a Como, davanti a una platea che non voleva nemmeno riconoscere che l'Africa abbia una storia. Per loro l'Africa fino agli anni 80 era popolato da selvaggi che non avevano ne storia ne cultura. Ne usci distrutto, umiliato, deriso da quel dibattito. I miei quadri non furono nemmeno notati. Ci sarà da parlare su questo argomento.....
Papa Chango, ammiro molto la tua lucidità. Mi ricorda il Professor Bassani.
Koffi Dossou
Papa Chango, ammiro molto la tua lucidità. Mi ricorda il Professor Bassani.
Koffi Dossou
koffi.dossou- Numero di messaggi : 2
Età : 70
Data d'iscrizione : 31.01.08
benvenuto Mister Koffi
Benvenuto Mister Koffi ... volevo avvertirti del fatto che c'è anche la possibilità di inserire qualche lavoro nelle gallerie oppure anche su questi forum e dare un tocco di colore a queste pagine bianche...
In quanto a Como, da quelle parti si sentono quasi più svizzeri che non italiani così come qui in Alto Adige molti si sentono Austriaci... c'è un sacco di gente che considerà l'Arte solo in chiave accademica, forse proprio l'Italia è molto influenzata da questo aspetto, non c'è una reale apertura verso l'arte intesa come patrimonio dell'umanità mondiale ma è molto pregna di un provincialismo simile alla tifoseria negli stadi...
In quanto a Como, da quelle parti si sentono quasi più svizzeri che non italiani così come qui in Alto Adige molti si sentono Austriaci... c'è un sacco di gente che considerà l'Arte solo in chiave accademica, forse proprio l'Italia è molto influenzata da questo aspetto, non c'è una reale apertura verso l'arte intesa come patrimonio dell'umanità mondiale ma è molto pregna di un provincialismo simile alla tifoseria negli stadi...
hic- Administrator
- Numero di messaggi : 95
Data d'iscrizione : 12.01.08
Re: Arte tradizionale africana
Cosa intendi per lucidità Koffi?
Per me, applicata al mondo dell'arte, per come la vivo io è l'immediatezza della realizzazione nella piena consapevolezza del messaggio che si vuole dare.
Il risultato, il manufatto, non è altro che una "ovvia" conseguenza.
L'opera nasce nella mente in modo improvviso, indeterminato. Si materializza dalle mani dell'artista, quindi, di getto, senza bisogno di essere elaborata, studiata, progettata.
L'opera c'è già, basta solo esteriorizzarla.
Per quanto sia io ignorante nel mondo dell'arte (e qui chiedo supporto anche ad Ivan), mi sembra che l'arte europea, come pure quella americana, russa, sia sempre assillata dalla ricerca, dallo studio.
Con questo, tornando all'arte africana, non parlo di casualità nella realizzazione degli elaborati. C'è sempre piena consapevolezza di ciò che si sta facendo, ma lo si fa in modo più "naturale".
Per me, applicata al mondo dell'arte, per come la vivo io è l'immediatezza della realizzazione nella piena consapevolezza del messaggio che si vuole dare.
Il risultato, il manufatto, non è altro che una "ovvia" conseguenza.
L'opera nasce nella mente in modo improvviso, indeterminato. Si materializza dalle mani dell'artista, quindi, di getto, senza bisogno di essere elaborata, studiata, progettata.
L'opera c'è già, basta solo esteriorizzarla.
Per quanto sia io ignorante nel mondo dell'arte (e qui chiedo supporto anche ad Ivan), mi sembra che l'arte europea, come pure quella americana, russa, sia sempre assillata dalla ricerca, dallo studio.
Con questo, tornando all'arte africana, non parlo di casualità nella realizzazione degli elaborati. C'è sempre piena consapevolezza di ciò che si sta facendo, ma lo si fa in modo più "naturale".
Re: Arte tradizionale africana
P.S.: per dovere di cronaca, il post di apertura del forum è tratto da uno scritto di Bassani!
belle
stupende queste tre sculture ... ma queste sono parte dell'arte tradizionale?
hic- Administrator
- Numero di messaggi : 95
Data d'iscrizione : 12.01.08
Re: Arte tradizionale africana
Si, la prima è una Songye, popolazione agricola che vive nel Congo. Le loro sono statue "magiche", tese a proteggere gli abitanti del villaggio o la famiglia.
La seconda è etnia Kota, residenti nel Gabon e Congo.
La terza è una splendida Ashanti, etnia residente nella zona del Ghana.
La seconda è etnia Kota, residenti nel Gabon e Congo.
La terza è una splendida Ashanti, etnia residente nella zona del Ghana.
Re: Arte tradizionale africana
la terza in effetti è proprio magica
hic- Administrator
- Numero di messaggi : 95
Data d'iscrizione : 12.01.08
Re: Arte tradizionale africana
Dovrebbe essere una bambola propiziatoria stretta dalle donne nell'abito (pagne) quando erano in attesa di un bimbo. Serviva a garantire la bellezza del nascituro.
Spero di essere stato preciso, Koffi, aspetto tue osservazioni...
Spero di essere stato preciso, Koffi, aspetto tue osservazioni...
Re: Arte tradizionale africana
Scusate il ritardo nella mia partecipazione. sono stato un pò assente.
Quando parlo di lucidità, parlo semplicemente di saggezza nella visione di un evento che solo alcuni hanno, artisti o non. Credo che il tuo soprannome Papa Shango, la dice lunga sulla cosa. La lucidità nel vedere oltre l'ovvio, nel vedere le "sfumature". La lucidità che ti permette di "decentrare" il tuo punto di vista, in una società cosi etnocentrista che porta in se il seme di una inevitabile fossilizzazione .
A parte questo, gli artisti africani, i scrittori africani sono stati da sempre confrontati ai problemi della povertà, delle guerre e dei vari momenti politici, e le loro opere, invece di dare una visione pessimista della realtà con colori, o parole tristi, cercano sempre di esprimere speranza, emozioni forti, come il tamtam che ritma i funerali, le nascite, la gioia, il dolore. La morte non è una fine, la morte è un semplice viaggio, una trasformazione. Artisti, scrittori, cantanti, hanno il dovere di accendere un faro, per guidare la gente dell'Africa verso un destino migliore. La cosa va vista sotto questo punto di vista.
Per quanto riguarda la terza scultura, si chiama in francese "la poupee ashanti" ed è piuttosto portate dalle donne che hanno problemi di fertilità. In fatti si chiama anche la Bambola della fertilità.
Quando parlo di lucidità, parlo semplicemente di saggezza nella visione di un evento che solo alcuni hanno, artisti o non. Credo che il tuo soprannome Papa Shango, la dice lunga sulla cosa. La lucidità nel vedere oltre l'ovvio, nel vedere le "sfumature". La lucidità che ti permette di "decentrare" il tuo punto di vista, in una società cosi etnocentrista che porta in se il seme di una inevitabile fossilizzazione .
A parte questo, gli artisti africani, i scrittori africani sono stati da sempre confrontati ai problemi della povertà, delle guerre e dei vari momenti politici, e le loro opere, invece di dare una visione pessimista della realtà con colori, o parole tristi, cercano sempre di esprimere speranza, emozioni forti, come il tamtam che ritma i funerali, le nascite, la gioia, il dolore. La morte non è una fine, la morte è un semplice viaggio, una trasformazione. Artisti, scrittori, cantanti, hanno il dovere di accendere un faro, per guidare la gente dell'Africa verso un destino migliore. La cosa va vista sotto questo punto di vista.
Per quanto riguarda la terza scultura, si chiama in francese "la poupee ashanti" ed è piuttosto portate dalle donne che hanno problemi di fertilità. In fatti si chiama anche la Bambola della fertilità.
koffi.dossou- Numero di messaggi : 2
Età : 70
Data d'iscrizione : 31.01.08
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